Perchè sono sparito? E cosa c’entrano i giochi da tavolo in tutto ciò? Una “lettera” aperta che spero segni un nuovo inizio.
“Che fine hai Fatto?”
Parto da questo messaggio che ho ricevuto qualche giorno fa.
Per tutto il mese di Febbraio sono sparito, bloccando quasi del tutto i contenuti video e scritti.
Cosa è successo?
Il discorso è davvero molto complesso e cercherò di fare un riassunto il più sintetico possibile.
Chi mi segue sui social lo sa, o meglio può averlo intuito.
Questi primi due mesi di questo 2025 sono stati davvero molto problematici, mi sono successe davvero tante cose negative una dietro l’altra che hanno davvero messo alla prova la mia salute mentale (come direbbe il buon caro e vecchio Lovecraft).
Tra influenze davvero toste, tendini infiammati del piede, perdite, tecnologia che si ribella, traumi da affrontare, furti di telefoni e molto altro ancora, ho dovuto fermarmi.
Ero completamente in balia degli eventi e fare dei contenuti solo per dovere e in un modo che non mi trasmetteva nulla non aveva senso.
Avevo bisogno di uno stop, ricucire e risolvere alcune questioni e ritrovare la quadra…anche se ogni volta che ritrovavo la stabilità, un altro schiaffo mi arrivava in piena faccia.
Ma perchè sto scrivendo questo?
In primis perchè mi sentivo in dovere di dare e darvi una spiegazione sulla mia assenza e poi per raccontarvi come (per me) i giochi mi abbiano aiutato.
Questo non vuole essere un insegnamento o altro ma solo un raccontarvi la mia esperienza.
Dopo aver affrontato il culmine di ogni evento negativo, il giocare a qualcosa, lo stare assieme ai miei cari, staccare la testa dalla vita quotidiana mi aiutava a sentirmi bene per qualche ora, addirittura sorridere e ridere anche quando non credevo di riuscirci.
Il gioco per me è questo, una sorta di coccola nei momenti no, un modo per stare con chi mi vuole bene (e viceversa) nei momenti down ma anche nei momenti top.
Chi mi sta vicino sa che sono una sorta di soldatino, che per me un impegno è una sorta di dovere che devo portare a termine a qualsiasi costo, anche se questo significa sacrificare la mia serenità. Essere presente, produttivo, all’altezza delle aspettative è per me una costante in tutto e mi richiede molta energia e fatica.
Dovermi dunque fermare, mi ha fatto sentire all’inizio tremendamente in colpa e ancora più triste ma con il tempo ho capito che era la cosa giusta nei confronti degli altri e anche verso me stesso.
Il gioco non è solo un gioco (sempre secondo il mio pensiero) ed è per questo che ci tengo a parlarvene al meglio, cercando di essere trasparente e di trasmettere le mie sensazioni senza usare paroloni, come fossimo assieme attorno allo stesso tavolo.
Io spero davvero che questo periodo nero sia finito, io pian piano sto cercando di riprendere il ritmo e di tornare ad essere presente per parlare in maniera serena (e non fintamente allegra) di ciò che mi appassiona, di ciò che mi fa stare bene per poter trasmettere un po’ della mia felicità a qualcun altro.
Ci vediamo domani con le uscite del mese e prossimamente con i prossimi contenuti.
Buon gioco a tutti e grazie.