Village Attacks è un gioco cooperativo ispirato ai classici giochi tower defense in cui impersonerete un gruppo di malvagie creature arroccate in maniero.
Village Attacks è un gioco da tavolo cooperativo da 1 a 5 giocatori, nato da una fortunata campagna Kickstarter e ora distribuito in versione retail in italiano da Wyrd Edizioni. Interpreteremo un gruppo di mostri dell’immaginario gotico (il vampiro, il cavaliere senza testa, la succube, il lich e la banshee) impegnati a difendersi da una folla inferocita di paesani, prima che questi ne abbattano il castello e li cancellino dalla faccia della Terra.
Il nostro compito sarà quindi di utilizzare al meglio i poteri e le trappole a disposizione per fermare le ondate di avversari che si riverseranno nelle mura del castello, fino a fiaccarne a sufficienza il morale o a completare l’obiettivo dello scenario.
Ma procediamo con ordine. Nella scatola di Village Attacks troviamo:
La struttura di Village Attacks è quella di un tower defense dove, nei panni di un gruppo di mostri (tre minimo, anche quando si gioca in solitario), dovremo difendere il nostro castello dalla folla di paesani inferociti e dai cacciatori professionisti che danno loro manforte.
Obiettivo dei nostri avversari sarà raggiungere il cuore del castello per infliggere i danni necessari a distruggerlo; il nostro sarà invece uccidere un numero sufficiente di nemici a portare l’indicatore del morale a 0 e farli desistere.
Il punto di forza del gioco, che mi ha decisamente sorpreso, sta nell’essere strutturato come un puzzle dove dovremo fare del nostro meglio per ottimizzare le azioni randomizzate che avremo a disposizione durante il turno.
Ad ogni turno dovremo lanciare dei dadi customizzati che stabiliranno quali azioni potremo fare, scegliendo tra:
Se per il movimento saremo costretti a sacrificare un numero di dadi di qualsiasi tipo pari al movimento che vogliamo effettuare (rispettando il massimo indicato sulla scheda del personaggio), per le altre azioni dovremo fare i conti con i risultati dei dadi e creare una tattica efficace che li sfrutti al meglio. Il numero dei dadi è limitato a sei e questo rende le partite sempre tese, in quanto ogni decisione si rivela critica.
Veniamo quindi al turno dei paesani: prima attaccano e poi si muovono verso il cuore del castello, che rappresenta il loro reale obiettivo. Le unità base possono attaccare solo gli avversari presenti nella loro stanza, i cacciatori sono dotati di un attacco a distanza e, durante la loro fase di generazione, vengono associati a un mostro, a cui infiggeranno danni maggiori. Gli eroi, infine, hanno un loro set di abilità particolari descritte sulle rispettive schede.
Al termine di ogni fase arriva il momento della generazione di nuovi avversari e la risoluzione degli eventi del villaggio: per ogni spawn point sulla mappa, un mazzo di carte ci indicherà che tipo di contadino, cacciatore o eroe verrà generato, seguendo le regole dello scenario giocato, mentre gli eventi si attiveranno al raggiungimento di determinati livelli di morale.
Il regolamento fondamentalmente si conclude qui ed è intuibile come sia molto fluido e facile da giocare e spiegare nonostante nasconda una buona profondità.
Già, perché il fatto di dover scegliere come utilizzare i risultati dei propri dadi mette costantemente i giocatori di fronte a delle scelte tattiche: quali risultati sacrifico per muovermi? Quali risultati tengo nella riserva? Sapendo che queste sono le mie azioni, su quale zona del castello conviene concentrarsi?
Questo aspetto di “gestione dadi” mi ha fatto innamorare definitivamente di Village Attacks che già aveva guadagnato parecchi punti grazie al tema (ammetto di essere un grande fan dei classici film gotici della Universal) e agli splendidi materiali.
Parlando di quest’ultimi, posso solo dire che sono eccellenti.
Nonostante l’ambientazione sia dark e gotica, la grafica delle tiles, dei token e dei vari segnalini è chiara, ben dettagliata e rende ottimamente l’atmosfera. Il cartone è bello spesso e anche le carte sono di ottima qualità.
Le miniature sono solide, ben scolpite e ricche di dettagli e aiutano molto ad immergersi nell’atmosfera di gioco.
Prima di avviarci alle conclusioni, mi preme un piccolo appunto: leggendo online ho trovato molte domande sulla somiglianza tra questo titolo e la serie di Zombicide. La risposta è che si tratta di titoli molto diversi, e io preferisco Village Attacks.
È vero che in entrambi ci sono delle splendide miniature, sono presenti sulla mappa degli spawn points da cui ad ogni turno entreranno nuovi avversari, si tirano dadi ed è possibile migliorare le abilità del nostro personaggio nel corso della stessa missione, ma le somiglianze terminano qui.
Zombicide è il titolo “pizza e birra” per antonomasia, dove si tirano secchiate di dadi senza pensare troppo. Village Attacks, al contrario, tramite il meccanismo di gestione dadi esige una buona dose di riflessione e coordinamento dai suoi giocatori durante tutta la partita.
Magari il cervello non vi andrà in fumo e ci sarà comunque una componente di fortuna, ma sono richieste concentrazione e abilità tattica per uscirne vincitori.
In conclusione, Village Attacks è un titolo che mi sento caldamente di consigliare nonostante il prezzo “importante”: è bello da vedere, ottimamente ambientato e con delle solide meccaniche di gameplay e molte ore di divertimento da offrire. Forse la difficoltà poteva essere più alta (anche se sono incluse delle regole per aumentarla) e la longevità superiore (nel manuale sono presenti 10 scenari di cui 5 introduttivi, per cui l’acquisto dell’espansione The Horrors of the Sands diventa quasi obbligatoria), ma al di là di questo Village Attacks è decisamente promosso!
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