South Of Midnight – Recensione: bellezza artistica ma gameplay troppo superficiale

South Of Midnight è visivamente sorprendente, ma il gameplay non convince. Ecco la nostra recensione del nuovo titolo di Compulsion Games su Xbox e PC.

👻 Compulsion Games: talento artistico, risultati altalenanti

Quando Microsoft ha acquisito Compulsion Games nel 2018, in molti si sono chiesti il perché. Lo studio canadese era noto solo per due titoli: Contrast (un platform sperimentale con ombre) e We Happy Few, un gioco ambizioso ma confusionario, ricordato più per il trailer stile Bioshock che per il gioco stesso.

South Of Midnight arriva quindi con addosso grandi aspettative: doveva essere il titolo della maturità per Compulsion. E da certi punti di vista lo è: l’estetica, la regia e l’atmosfera sono tra le migliori viste in ambito AA negli ultimi anni. Ma è proprio sul fronte videoludico che il progetto mostra la corda… e parecchio.

🌪️ Trama e ambientazione: tra folklore sudista e drammi familiari

La protagonista è Hazel, una giovane donna che vive nel profondo Sud degli Stati Uniti. Dopo che un violento uragano distrugge la sua casa e fa scomparire sua madre, Hazel scopre di appartenere a una stirpe di Weavers, persone dotate di poteri magici capaci di interagire con il mondo degli spiriti.

La premessa è intrigante: tra spettri, folklore afroamericano, creature leggendarie e drammi personali, South Of Midnight ha tutti gli ingredienti per una storia coinvolgente. Il gioco affronta temi delicati come il lutto, la memoria e le radici familiari, purtroppo con una narrazione che, seppur benintenzionata, scivola spesso nella prevedibilità. 🌀

I dialoghi sono funzionali, ma raramente brillano, e le missioni legate agli spiriti perdono rapidamente mordente. Hazel rimane un personaggio gradevole, ma non memorabile.

🕹️ Gameplay: tra platform 3D e combattimenti monotoni

Sul piano del gameplay, South Of Midnight si presenta come un action adventure in terza persona con elementi platform e puzzle leggeri. Durante l’esplorazione, Hazel si muove attraverso ambienti paludosi, tra alberi contorti e strutture sospese, utilizzando salti, corse sui muri e planate magiche.

A livello di design, il gioco ricorda certe esperienze dell’epoca PlayStation 2: Prince of Persia e Kameo, per intenderci. Ma laddove quei titoli avevano una loro identità meccanica, qui ci troviamo di fronte a controlli poco precisi e sezioni platform che diventano rapidamente ripetitive. La magia, ad esempio, serve per attivare piattaforme o rallentare nemici, ma non viene mai sfruttata in modo davvero creativo.

⚔️ Combattimenti: il punto debole

Il sistema di combattimento è semplicistico e poco soddisfacente: si affrontano creature chiamate Haints, esseri spettrali generici, spesso indistinguibili tra loro. Le battaglie avvengono in arene chiuse, con combo base e un paio di abilità speciali sbloccabili (come colpi ad area o magie congelanti).

Il problema? L’intelligenza artificiale è minima, il feedback degli attacchi è debole e i nemici diventano ripetitivi dopo poco. Anche le boss fight, seppur visivamente spettacolari, sono troppo lunghe e scarsamente dinamiche. Il bilanciamento è sbilanciato: il platforming è facilissimo, mentre alcuni scontri risultano inspiegabilmente frustranti.

🎨 Direzione artistica: uno spettacolo per gli occhi

Ed è qui che South Of Midnight brilla. Lo stile visivo è davvero straordinario: ogni personaggio è stato prima realizzato fisicamente in stop motion e poi scannerizzato per il gioco, regalando un look unico. Le cutscene animate in stile stop motion sono mozzafiato, tanto da far rimpiangere che non tutto il gioco sia realizzato così.

Gli ambienti evocano il Sud gotico americano con grande coerenza: paludi, cimiteri, rovine e cieli infuocati costruiscono un immaginario potente. Anche la colonna sonora, che mescola blues, folk e musica rituale, contribuisce a creare un mondo affascinante e carico di atmosfera. 🎵🌿

Peccato che tutta questa bellezza venga smorzata da un gameplay che non le rende giustizia.

⚖️ Conclusioni: un gioco da guardare, più che da giocare

South Of Midnight è il classico gioco che divide: chi si lascia conquistare dall’estetica e dall’ambientazione potrà trovarci qualcosa di affascinante. Ma per chi cerca un’avventura solida, divertente da giocare, questo titolo rischia di risultare una grande occasione mancata.

È un prodotto pieno di stile, ma privo di vera sostanza ludica. Un’esperienza che sembra più pensata per il cinema che per il videogioco. Compulsion Games dimostra ancora una volta di avere grande talento artistico, ma di faticare nel trovare una direzione chiara in termini di game design.

🔚 Voto finale: 5/10

Pro:

  • Direzione artistica mozzafiato

  • Cutscene in stop motion di altissimo livello

  • Ambientazione e colonna sonora suggestive

Contro:
– Gameplay antiquato e poco stimolante
– Combattimenti ripetitivi
– Storia prevedibile
– Disconnessione tra estetica e interattività


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